Nel corso degli ultimi anni hanno preso sempre più piede le famose diete "LOW CARB" e ci sono numerosi casi nei quali funzionano: le persone sono dimagrite, hanno migliorato i loro valori ematici e la loro salute.
Le diete con pochi carboidrati funzionano per due motivi principali:
- Le persone in sovrappeso che mangiano troppi carboidrati perdono, a livello ipotalamico, la sensibilità all'insulina. Quindi, quando mangiano carboidrati non
avvertono alcun senso di sazietà.
Iniziando una dieta low carb si ritrova il giusto senso dell'appetito e quasi automaticamente si riesce ad auto-regolarsi.
- A livello metabolico, le persone in sovrappeso che mangiano un eccesso di carboidrati hanno normalmente un livello di glicemia migliorabile.
Se ho già la glicemia alta e metto altri zuccheri in circolo è come gettare benzina sul fuoco. Nel momento in cui passo ad una low carb "affamo" il mio corpo di zuccheri, miglioro la sensibilità all'insulina, la glicemia scende e miglioro i parametri ematici.

Il problema sorge se vogliamo prolungare nel tempo questa dieta: poiché ciò che funziona nel breve periodo non è detto che poi funzioni anche nel lungo, anzi.
Infatti, se per troppo tempo si assumono pochi carboidrati, obblighiamo il nostro corpo a mantenere un livello elevato di ormoni controinsulinari che servono a "proteggere" gli zuccheri con il risultato di un peggioramento della nostra sensibilità insulinica.
Se non assumiamo una buona quota di glucidi avremo sempre un rapporto proteico tra anabolismo e catabolismo non ottimale.
In definitiva, la soluzione potrebbe essere di liberarsi dalla concezione di dieta ed andare a gestire i grammi di nutrienti per peso corporeo; in modo da avere un buon apporto di tutti i macronutrienti.
Il totale mi porterà ad un conteggio calorico di partenza e da qui posso impostare un deficit, variare le proporzioni di macronutrienti e monitorare gli effetti settimanalmente.